Il provvedimento di non luogo a procedere emesso dal giudice per le indagini preliminari, ai sensi dell'art. 425 c.p.p., comma 3, è insuscettibile di impugnazione mediante ricorso per cassazione da parte della persona offesa, essendo consentito a quest'ultima proporre unicamente appello nei soli casi di nullità previsti dall'art. 419, comma 7, c.p.p., a seguito della modifica legislativa introdotta dalla L. n. 103 del 2017. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto dalla persona offesa avverso il provvedimento di non luogo a procedere, deducendo vizi di merito della decisione, deve essere dichiarato inammissibile, non potendo essere convertito in appello, in quanto le censure formulate non rientrano tra i vizi processuali tassativamente indicati dalla legge come motivi di impugnazione. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.