Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25561 del 23 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25561PEN

Massima

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Il reato di diffamazione sussiste quando l'agente, con affermazioni non veritiere, lede la reputazione di una persona, anche se questa sia già stata in precedenza compromessa, in quanto ulteriori elementi diffamatori possono comportare una maggiore diminuzione della considerazione della persona offesa presso i consociati. Pertanto, la reputazione di una persona, anche se già in parte compromessa, può essere oggetto di ulteriori illecite lesioni, in quanto l'aggiunta di nuovi elementi diffamatori può determinare una più grave diminuzione della sua immagine sociale. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione, deve accertare la non veridicità delle affermazioni lesive della reputazione, a prescindere dal fatto che la persona offesa abbia già subito precedenti pregiudizi alla propria immagine, in quanto tali precedenti compromissioni non escludono la possibilità di ulteriori illecite lesioni della reputazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. MA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 20/04/2007 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. BUA Francesco, (rigetto del ricorso);

Udito il dif. Di P.C. Avv. FIORE Stefano.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza del 20…

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