Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso proposto avverso la sentenza di condanna, afferma il principio secondo cui: La mancata notifica all'imputato dell'avviso di celebrazione del giudizio di appello con rito camerale non partecipato, previsto dalla disciplina processuale pandemica, non determina la nullità del decreto di citazione, in quanto tale requisito non è richiamato dalla norma processuale applicabile (art. 601 c.p.p., comma 6). L'imputato, assistito dal difensore, è infatti considerato pienamente informato sulla disciplina processuale vigente nel periodo di riferimento, senza che la difesa abbia allegato circostanze specifiche da cui desumere l'effettiva lesione del diritto di partecipazione. Inoltre, il giudice di legittimità ribadisce il principio per cui è preclusa la possibilità di una nuova valutazione delle risultanze probatorie acquisite nel giudizio di merito, al fine di contrapporre una diversa ricostruzione fattuale o un diverso giudizio di attendibilità delle fonti di prova, quando la motivazione del giudice di appello risulti logica e persuasiva nel ricostruire la condotta e la specifica intenzionalità dell'imputato. Infine, la Corte esclude l'intervenuta estinzione del reato per prescrizione, sulla base della data di commissione della condotta imputata, rigettando il ricorso e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali.