Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3290 del 23 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3290PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento cautelare, deve limitarsi a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta dal giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o assenza di motivazione. La Corte di cassazione non può riesaminare il merito della decisione impugnata, né procedere a una rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della stessa, dovendo invece limitarsi a controllare che il ragionamento probatorio, reso manifesto nella motivazione, si sia mantenuto entro i limiti del ragionevole e del plausibile. Pertanto, le censure di merito relative alla valutazione delle prove, anche se prospettate sotto forma di vizi della motivazione, sono inammissibili in sede di legittimità, a meno che non ricorrano ipotesi di manifesta illogicità o assenza di motivazione, che nel caso di specie devono essere escluse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margheri - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, in data 30.4.2013;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. GALLI Massimo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito, per l'indagato, l'Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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