Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26381 del 17 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26381PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, convertito in l. n. 203 del 1991, non può essere applicata quando la persona offesa dal reato di estorsione sia contigua alla realtà criminale, avendo intrattenuto con l'autore del reato precedenti rapporti illeciti, come l'acquisto di sostanze stupefacenti. In tali casi, infatti, l'utilizzo di metodi intimidatori non può essere considerato un elemento aggravante, in quanto la vittima non può essere considerata del tutto estranea al contesto criminale in cui si è verificato il fatto. Inoltre, la continuità del reato di estorsione deve essere esclusa quando si tratta di un unico episodio delittuoso, ancorché realizzato in più occasioni, in quanto la pluralità di condotte non è sufficiente a integrare il requisito della continuazione. Infine, il trattamento sanzionatorio riservato all'autore del reato non può essere più grave di quello applicato al mandante, in ossequio al principio di proporzionalità della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. OLDI P. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 02/12/2011 della Corte di appello di Napoli;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. OLDI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, nel punto della ritenuta continuazione, e il rigetto del ricorso nel resto…

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