Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, punito ai sensi del Decreto Legislativo n. 286 del 1998, articolo 12, commi 1 e 3, si configura non solo quando l'agente compie direttamente atti volti a procurare l'ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, ma anche quando, in concorso con altri, contribuisce in modo consapevole e volontario all'articolata attività delittuosa finalizzata a tale scopo, anche se la sua condotta singolarmente considerata non integra la fattispecie di "procurare l'ingresso". Ai fini della responsabilità penale, rileva l'apporto causale fornito dal concorrente nell'ambito di un disegno criminoso unitario, a prescindere dalla natura e dalla rilevanza della sua specifica condotta. La modifica normativa intervenuta nel 2002, che ha ristretto la punibilità alle sole condotte di "procurare l'ingresso", non esclude la responsabilità di chi abbia concorso nella realizzazione del reato prima di tale data, quando la sua condotta, unitamente a quella degli altri concorrenti, abbia effettivamente consentito l'ingresso illegale di stranieri nel territorio nazionale. La prescrizione del reato, calcolata sulla base della pena massima edittale prevista per l'ipotesi aggravata di cui al comma 3 dell'articolo 12 cit., è interrotta dalla pronuncia della sentenza di condanna, a prescindere dal successivo deposito della motivazione in lingua italiana o inglese.