Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione proposto dall'imputato avverso la sentenza di appello che aveva confermato la condanna per il reato di cui all'art. 455 c.p., afferma il principio secondo cui la genericità dei motivi di ricorso, in violazione dell'art. 581 c.p.p., comma 1, lett. c), costituisce causa di inammissibilità dell'impugnazione, in quanto i motivi devono indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Tale inammissibilità impedisce di valutare l'eventuale estinzione del reato per prescrizione maturata dopo la pronuncia della sentenza di secondo grado, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, in considerazione della evidente inammissibilità del ricorso, facilmente evitabile dal difensore, che non può ritenersi immune da colpa nella determinazione delle ragioni di inammissibilità.