L'Amministrazione comunale può disporre la chiusura immediata di una struttura ricettiva per anziani che svolge abusivamente attività di erogazione di servizi socio-assistenziali e di residenza sanitaria assistenziale, in assenza delle prescritte autorizzazioni, senza dover rispettare la fase di partecipazione procedimentale, in presenza di una situazione di comprovata necessità e di urgenza qualificata. Ciò in quanto l'interessato, con l'ammissione di esercitare abusivamente (e con recidiva) l'attività in questione, ha fornito la prova che il provvedimento di chiusura non avrebbe potuto avere contenuto diverso da quello che in concreto ha assunto, rendendo così non annullabile l'ordinanza ai sensi dell'art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990. Le eventuali lamentele dell'interessato avverso i presunti ritardi della Pubblica Amministrazione nel definire il procedimento di rilascio del titolo autorizzatorio avrebbero dovuto essere veicolate a mezzo degli appositi strumenti previsti dall'ordinamento (artt. 31 e 117 c.p.a.) e non già tramite il ricorso giurisdizionale, il quale ha carattere impugnatorio.