Il giudice amministrativo, in sede di ottemperanza, è competente a ordinare l'adempimento di un decreto ingiuntivo esecutivo e non opposto emesso dal giudice ordinario, al fine di ottenere l'attuazione del provvedimento giudiziario equiparato al giudicato. Qualora l'amministrazione intimata persista nell'inadempimento, il giudice amministrativo può nominare un commissario ad acta con il compito di provvedere in luogo e vece dell'amministrazione, ponendo le relative spese a carico della stessa. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il giudice amministrativo, in sede di ottemperanza, è legittimato a ordinare l'esecuzione di un decreto ingiuntivo esecutivo e non opposto, emesso dal giudice ordinario, al fine di assicurare l'adempimento di un provvedimento giudiziario equiparato al giudicato. Ove l'amministrazione intimata persista nell'inadempimento, il giudice amministrativo può nominare un commissario ad acta con il compito di provvedere in luogo e vece dell'amministrazione, ponendo le relative spese a carico della stessa. Tale principio si fonda sull'art. 112, comma 1, lett. c), del Codice del processo amministrativo, che consente l'azione di ottemperanza innanzi al giudice amministrativo per conseguire l'attuazione delle sentenze passate in giudicato e degli altri provvedimenti ad esse equiparati del giudice ordinario. La massima riflette il bilanciamento tra l'esigenza di tutelare il diritto del cittadino di ottenere l'adempimento di un provvedimento giudiziario definitivo e l'interesse pubblico all'osservanza della legalità da parte della pubblica amministrazione, attraverso il ricorso allo strumento dell'ottemperanza e della nomina di un commissario ad acta in caso di persistente inadempienza.