Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23506 del 28 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23506PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio, ai fini della sua configurabilità, richiede che l'azione dell'agente sia idonea a cagionare la morte della vittima, valutata ex ante sulla base delle circostanze concrete in cui si è svolta la condotta criminosa, senza che rilevi l'effettiva verificazione dell'evento letale. L'univocità degli atti deve essere accertata in relazione alla direzione teleologica della volontà dell'agente, desumibile dalle modalità concrete di estrinsecazione della sua azione, al fine di individuare lo specifico bene giuridico aggredito e concretamente posto in pericolo. L'aggravante della premeditazione sussiste quando vi sia un apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e la sua attuazione, tale da consentire una ponderata riflessione, e la ferma risoluzione criminosa perduri senza soluzione di continuità fino alla commissione del fatto, senza che l'occasionalità del momento di consumazione del reato appaia preponderante. L'aggravante dei futili motivi non è esclusa dall'appartenenza o vicinanza dell'autore a gruppi o comunità che riconoscono come valori positivi la violenza e l'uso della forza, in quanto tali concezioni e modelli comportamentali si pongono in contrasto con i valori fondamentali dell'ordinamento giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandr - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza emessa il 25/01/2019 dal Tribunale del riesame di Roma;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Sentite le conclusioni del Procuratore generale, nella persona di Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale del riesame di Roma confermava l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di…

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