Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9069 del 28 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:9069PEN

Massima

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Il reato di ingiuria si configura anche quando l'offesa è stata riferita alla persona offesa da un terzo, in esecuzione di un espresso mandato dell'autore, essendo sufficiente la presenza mediata della persona offesa, a prescindere dalla sua diretta percezione dell'offesa. Il reato di ingiuria si realizza anche quando l'autore dell'offesa non pronuncia direttamente l'espressione denigratoria alla presenza della persona offesa, ma ne affida l'esplicita comunicazione a un terzo, il quale la riferisce fedelmente al destinatario. In tali casi, la presenza della persona offesa si considera integrata in forma mediata, essendo irrilevante che la stessa non abbia percepito direttamente l'offesa. Ciò in quanto l'elemento costitutivo della presenza della persona offesa è soddisfatto quando l'autore dell'ingiuria si avvale di un intermediario per riferire l'espressione lesiva del decoro e della reputazione altrui, purché tale incarico sia stato fedelmente adempiuto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di COSENZA;

nei confronti di:

1) PA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/11/2004 GIUDICE DI PACE di COSENZA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)) che ha concluso per la trasmissione degli atti al tribunale.

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