Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26230 del 6 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26230PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione è configurabile quando l'agente, pur non essendo titolare di alcun diritto o credito, pretende con minacce la consegna di denaro o altre utilità, anche se la somma richiesta risulti inferiore rispetto a quella indicata dalla parte offesa, essendo sufficiente la richiesta di una somma esorbitante rispetto a qualsiasi legittima pretesa. Il possesso, da parte dell'agente, degli oggetti sottratti alla vittima al momento del fatto, unitamente alle lesioni personali subite da quest'ultima, costituiscono elementi di prova idonei a dimostrare la sussistenza del reato, anche in assenza di una piena corrispondenza tra le dichiarazioni delle parti offese circa l'entità della somma pretesa. L'integrale risarcimento del danno non può essere valorizzato ai fini della concessione delle attenuanti generiche, qualora sussistano gravi e molteplici precedenti penali dell'imputato, tali da rendere la sua condotta particolarmente riprovevole.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ma. Ma. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di appello di Milano del 21.6.2010;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza del 21.6.2010 la Corte di appello di Milano confermava la sentenza eme…

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