Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'inerzia da parte dell'amministrazione nell'esercizio del potere-dovere finalizzato alla tutela di rilevanti finalità di interesse pubblico, come l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive, non è idonea a far divenire legittima un'edificazione sine titulo sin dall'origine illegittima. La possibilità di sostituire la sanzione demolitoria con la sanzione pecuniaria va accertata in una fase successiva di verifica del pregiudizio che la sanzione ripristinatoria può arrecare alle parti della struttura legittimamente realizzate, senza che vi sia un obbligo a carico della P.A. di effettuare tale tipo di valutazione in una fase preliminare rispetto all'adozione dell'ordine di demolizione. Inoltre, il termine di centoventi giorni per la presentazione della domanda di sanatoria, previsto dall'art. 40, comma 6, della legge n. 47/1985 nei casi di trasferimento dell'immobile a seguito di procedure esecutive, si applica solo se il titolo che sorregge il trasferimento è antecedente all'entrata in vigore della legge, al fine di evitare la costruzione strumentale di procedure volte ad aggirare il termine decadenziale.