Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13438 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13438PEN

Massima

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Il diniego di misure alternative alla detenzione per il detenuto condannato per reati di cui all'art. 4-bis dell'Ordinamento Penitenziario, in presenza di seri indizi di contiguità con la criminalità organizzata, è conforme al principio di legalità e di prevenzione del pericolo sociale, in quanto volto a tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica attraverso il mantenimento della custodia carceraria per soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Tale preclusione normativa, pur incidendo sulla libertà personale del condannato, risponde all'esigenza di evitare il rischio di ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata e di reiterazione dei reati, in attuazione del principio di proporzionalità tra la misura cautelare e la gravità del fatto commesso. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione di misure alternative, deve effettuare un rigoroso accertamento della pericolosità sociale del detenuto, bilanciando il diritto alla rieducazione e al reinserimento sociale con la necessità di tutelare la collettività dal pericolo di recidiva, in ossequio ai principi costituzionali di umanità della pena e di finalità rieducativa della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 942/2011 TRIB. SORVEGLIANZA di REGGIO CALABRIA, del 20/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. D'((omissis)), il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio della ordinanza impugnata.

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 20 giugno 2012 il Tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria dichiarava inammissibile…

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