Il diritto del concessionario di un'occupazione di suolo pubblico a ottenere un limitato ampliamento della propria postazione commerciale, ove ciò rechi vantaggi in termini di maggiore compatibilità ambientale e di igiene e sanità, trova il suo fondamento normativo negli artt. 44, comma 3-ter, della L.R. Lazio n. 33/1999 e dell'art. 17 della deliberazione C.C. n. 35/2006. Tuttavia, tale diritto all'ampliamento deve essere bilanciato con l'esigenza di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, di cui all'art. 10 e ss. del Codice dei beni culturali, qualora l'area occupata sia sottoposta a vincolo di tutela monumentale. In tali casi, la Soprintendenza competente deve valutare se l'ampliamento richiesto possa ostacolare "la godibilità e la corretta lettura del bene vincolato", negando l'autorizzazione ove tale pregiudizio sia accertato. Tale valutazione deve essere adeguatamente motivata, evitando contraddizioni o sviamenti di potere, e deve tenere conto anche di eventuali precedenti autorizzazioni all'occupazione del suolo pubblico in favore del concessionario. Infine, il principio di parità di trattamento impone che la Soprintendenza valuti con criteri uniformi le richieste di ampliamento provenienti da esercenti commerciali posizionati in zone adiacenti.