Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 26282 del 25 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:26282PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'attualità del pericolo di recidiva ai fini della conferma della misura cautelare in carcere, deve considerare non solo la gravità del reato e il ruolo svolto dall'imputato, ma anche il tempo trascorso dalla commissione del fatto. Pur in presenza di una condanna per reato associativo di particolare gravità, il lungo decorso temporale impone un rigoroso obbligo di motivazione in ordine all'attualità del pericolo di reiterazione del reato, non potendo tale valutazione fondarsi su considerazioni astratte e generiche. Il giudice deve quindi esaminare e valutare gli elementi acquisiti nel frattempo, verificando concretamente se permangano occasioni prossime favorevoli alla reiterazione della condotta criminosa. Solo ove tale pericolo risulti attuale e concreto, potrà essere confermata la misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere, in alternativa a misure meno gravose idonee a scongiurare il rischio di recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BIANCHI Luisa - Presidente

Dott. PICCIALLI Patrizia - rel. Consigliere

Dott. GIANNITI Pasquale - Consigliere

Dott. MICCICHE' Loredana - Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/01/2017 del TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa PICCIALLI PATRIZIA;
sentite le conclusioni del P.G. Dott.ssa ZACCO FRANCA, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza di cui in epigrafe, con cui il Tribunale ha confermato l'ordinanza emessa dalla Corte di appello, con la quale era sta…

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