Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel dichiarare improcedibile il ricorso proposto dalla società Istituti Clinici di Pavia e Vigevano Spa avverso la delibera della Regione Lombardia che aveva dettato i criteri per il riconoscimento e la liquidazione delle c.d. "funzioni non tariffate" per l'esercizio 2015, afferma il principio secondo cui la rinuncia espressa al ricorso da parte del ricorrente, che abbia manifestato la sopravvenuta carenza di interesse, comporta la declaratoria di improcedibilità del gravame, con compensazione delle spese di lite, in applicazione dell'art. 35, comma 1, lett. c), del Codice del processo amministrativo. Tale principio trova applicazione anche nei casi in cui il ricorrente, pur avendo originariamente proposto specifici motivi di impugnazione, abbia successivamente manifestato la volontà di rinunciare a tutti i motivi di ricorso, determinando così la cessazione della materia del contendere e l'assenza di un interesse attuale e concreto alla decisione. In tali ipotesi, il giudice amministrativo non può che prendere atto della volontà espressa dalla parte ricorrente e dichiarare l'improcedibilità del gravame, senza entrare nel merito delle questioni originariamente sollevate.