Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità pianificatoria, non può introdurre misure urbanistiche che abbiano l'effetto di espellere o ostacolare in modo generalizzato l'insediamento di attività produttive esistenti e regolarmente autorizzate, anche se classificate come insalubri di prima classe, senza una puntuale e adeguata istruttoria tecnica e sanitaria che ne giustifichi la necessità. La pianificazione urbanistica deve garantire un'imparziale ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, evitando di sacrificare in modo sproporzionato le attività produttive in nome di esigenze di tutela ambientale o di distanza dal centro abitato, quando tali esigenze possano essere soddisfatte attraverso misure alternative e meno incisive. Il divieto assoluto di insediamento di attività insalubri di prima classe sull'intero territorio comunale, senza adeguata motivazione tecnica e sanitaria, costituisce un eccesso di potere per sviamento, in quanto persegue indirettamente l'obiettivo di espellere un'attività produttiva regolarmente autorizzata, in violazione dei principi di corretta pianificazione urbanistica.