Il possesso di un documento d'identità personale valido per l'espatrio recante la foto del possessore con false generalità integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p., in quanto la presenza dell'effige dell'imputato sul documento falso dimostra la sua partecipazione alla contraffazione, a prescindere dall'eventuale utilizzo del documento all'estero. Inoltre, la condotta di falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, di cui all'art. 495 c.p., si realizza anche quando l'agente renda molteplici dichiarazioni, tutte fra loro diverse, in merito alle proprie generalità, a prescindere dall'accertamento delle sue vere generalità e dal fatto che in una sola occasione egli possa aver detto il vero. Infine, la valutazione delle circostanze attenuanti generiche e la commisurazione della pena rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è immune da vizi logici o di diritto se adeguatamente argomentata sulla base degli elementi di fatto accertati.