Cassazione penale Sez. III sentenza n. 5686 del 9 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:5686PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La misura cautelare della custodia in carcere può essere legittimamente applicata quando sussistono le esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. e), cod. proc. pen., ovvero quando vi sono gravi indizi di colpevolezza in relazione a reati di violenza sessuale e tentata rapina aggravata, e risulta concretamente fondata la pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dalla credibilità della persona offesa e da altri elementi probatori, anche in assenza di una consumazione effettiva dei reati contestati. Tuttavia, la sopravvenuta assoluzione dell'imputato dai reati per cui era stata applicata la misura cautelare determina la cessazione degli effetti della stessa, senza che possa configurarsi una ipotesi di soccombenza virtuale della parte, con conseguente esclusione della condanna alle spese e all'applicazione della sanzione pecuniaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. REYNAUD ((omissis)) - Relatore

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Be.Za., nato in Algeria il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 21/07/2023 del Tribunale di Reggio Calabria
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) Reynaud;
lette le richieste scritte trasmesse dal Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), ai sensi dell'art. 23, comma 8, d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza del 21…

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