Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29005 del 1 agosto 2002

ECLI:IT:CASS:2002:29005PEN

Massima

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La falsificazione di un documento di identità, anche se realizzata all'estero, integra il reato di cui agli artt. 477 e 482 c.p. qualora il documento sia utilizzato in Italia, essendo sufficiente che una parte della condotta criminosa si sia svolta nel territorio nazionale. L'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991 è configurabile quando il soggetto agisce con la consapevolezza e la volontà di agevolare l'esistenza di un'associazione mafiosa, anche senza esserne formalmente partecipe, al fine di scongiurarne una situazione di crisi derivante dall'assenza di uno dei suoi capi. Il giudice di merito può legittimamente negare le attenuanti generiche in considerazione dei precedenti penali dell'imputato, senza che ciò integri un vizio di motivazione.

Sentenza completa

La Corte d'appello di Napoli con sentenza 11.7.2001 in riforma della decisione del G.I.P. del Tribunale della stessa città in data 19.5.1999, modificata l'originaria imputazione di cui al capo C) della rubrica, riduceva, sull'accordo delle parti, la pena inflitta a B. A., confermando nel resto. Era rimasto accertato che il B., latitante, era stato tratto in arresto in Spagna e trovato in possesso di una carta di identità di M. E., contraffatta mediante l'apposizione della foto del B.
I giudici di secondo grado, ritenendo che la carta d'identità costituisce certificato, modificavano l'imputazione di cui al capo C) (artt. 476 e 482 c.p.) in quella di cui agli artt. 477 e 482 c.p. riducendo al B. -su accordo delle parti- la pena alla misura di mesi sei di reclusione.
Veniva poi confermata la pena inflitta al M. per l'ipotesi di falso, così come ritenuta, e per il delitto di cui al capo D) (art. 378 co. 1 e 2 c.p. e 7 legge n. 203/91 -favoreggia…

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