Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19817 del 9 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:19817PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il ricorso per cassazione avverso un provvedimento cautelare diviene inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora l'indagato abbia già ottenuto il risultato sperato, ossia la rimessione in libertà, senza aver esplicitato quale concreto vantaggio giuridicamente apprezzabile potrebbe derivare dall'accoglimento del ricorso, con particolare riferimento ai presupposti per una eventuale e futura domanda di riparazione per ingiusta detenzione. Ciò in conformità con i principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità, secondo cui la perdita di interesse alla decisione sull'impugnazione consegue al fatto che il ricorrente abbia già conseguito lo stato di libertà, senza aver indicato specifici benefici derivanti dall'accoglimento del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. IPPOLITO Frances - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Mi. Gi. , n. a (OMESSO);

Gi. Vi. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del tribunale di Bologna, emessa in data 25.11.2008;

letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in pubblica udienza la relazione del Cons. Dott. F. Ippolito;

udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale, Dott. ((omissis)) A., che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi per carenza di interesse.

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