Il rilascio di un'autorizzazione comunale per l'esercizio di somministrazione di alimenti e bevande richiede il previo accertamento della sussistenza dei requisiti di agibilità e di idoneità igienico-sanitaria del locale, a prescindere dalla precedente destinazione d'uso dello stesso. Pertanto, il mutamento funzionale di un locale da negozio a bar-birreria comporta la necessità di una nuova valutazione di agibilità, ai sensi dell'art. 24 del D.P.R. n. 380/2001, volta a verificare la conformità alle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico. Analogamente, l'avvio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande impone l'adempimento degli obblighi di comunicazione e registrazione presso l'autorità sanitaria competente, ai sensi dell'art. 6 del Regolamento CE n. 852/2004, a prescindere dalla tempestività di tale adempimento da parte dell'ufficio comunale. L'assenza di tali presupposti legittima l'annullamento dell'autorizzazione rilasciata, senza che ciò comporti automaticamente il risarcimento dei danni, i quali dovranno essere eventualmente accertati in sede civile o penale nei confronti del soggetto che ha tenuto i comportamenti lesivi. Il diniego di autotutela da parte dell'amministrazione non costituisce una riapertura dei termini per l'impugnazione del provvedimento originario, ma rappresenta una mera facoltà discrezionale dell'ente, la cui valutazione non è sindacabile in sede giurisdizionale, salvo i casi di manifesta irragionevolezza o illogicità.