Il proprietario di un fondo intercluso ha l'onere di dimostrare l'impossibilità di accedervi con mezzi meccanici, mentre spetta al proprietario del fondo su cui dovrà essere costituita la servitù coattiva di passaggio eccepire e provare l'esistenza di un diritto di passaggio a favore del fondo intercluso e a carico di uno di quelli che lo circondano, che consenta lo sbocco sulla pubblica via, ovvero la sufficienza dell'ampiezza del passaggio esistente per l'utilizzazione del fondo, configurando tali circostanze un fatto impeditivo della pretesa attorea. L'eventuale possibilità futura di ottenere un'autorizzazione comunale per l'apertura di un varco pedonale, senza la realizzazione di un accesso carrabile, non è sufficiente a escludere l'interclusione del fondo, in assenza di un precedente accesso alla via pubblica. Pertanto, in caso di accertata interclusione del fondo, il giudice può costituire una servitù coattiva di passaggio a favore di tale fondo e a carico dei fondi circostanti, senza che ciò comporti una violazione degli artt. 91 e 92 c.p.c. in tema di regolamentazione delle spese di lite, essendo legittima la condanna alle spese della parte soccombente.