Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23233 del 13 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:23233PEN

Massima

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Il possesso di una quantità di sostanza stupefacente, anche se in parte ceduta a terzi, non integra automaticamente il reato di detenzione ai fini di spaccio, essendo necessario accertare in concreto la destinazione d'uso della droga, se cioè essa fosse detenuta esclusivamente per uso personale. Pertanto, la mera detenzione di una quantità di droga, senza ulteriori elementi probatori circa la finalità di spaccio, non è sufficiente per ritenere integrato il reato di cui all'art. 73, commi 1 e 1-bis, del D.P.R. n. 309/1990, dovendosi in tal caso applicare la più lieve fattispecie di cui all'art. 75 del medesimo decreto. Il giudice, nel valutare la destinazione d'uso della sostanza stupefacente, deve tenere conto di tutti gli elementi di fatto emersi nel corso del procedimento, senza limitarsi a considerare esclusivamente la quantità della droga detenuta, ma esaminando altresì le altre circostanze concrete del caso, come le modalità della detenzione, il contesto in cui essa è avvenuta, le abitudini di vita e la personalità del soggetto. Solo all'esito di tale complessiva valutazione, il giudice potrà legittimamente affermare o escludere la sussistenza del reato di detenzione ai fini di spaccio, applicando la relativa disciplina sanzionatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - rel. Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 16/08/2011 del Tribunale di Livorno, sez. distaccata di Portoferraio;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Mario Gentile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del sostituto Procuratore Generale POLICASTRO Aldo che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Il Tribun…

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