Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20520 del 24 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20520PEN

Massima

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La concessione dell'attenuante speciale di cui all'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990 per la collaborazione del responsabile di reati in materia di stupefacenti è subordinata al requisito che tale collaborazione abbia effettivamente prodotto risultati significativi e incisivi per le indagini e per la cessazione dell'attività criminale, non essendo sufficiente una mera confessione o la semplice indicazione di nominativi. La recidiva, se ritualmente contestata, può essere legittimamente ritenuta dal giudice di merito sulla base di una valutazione complessiva della condotta del reo, anche in assenza di precedenti specifici, quando il fatto per cui si procede sia di particolare gravità e indice di una accentuata capacità a delinquere. Il giudice di legittimità non può sindacare nel merito le valutazioni discrezionali del giudice di merito in ordine alla concessione delle attenuanti e alla determinazione della pena, se queste risultano adeguatamente motivate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. EN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3660/2009 CORTE APPELLO di GENOVA, del 30/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GAZZARA Santi;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE SANTIS Fausto che ha concluso per il rigetto.

RITENUTO IN FATTO

Il Gip preso il Tribunale di Savona, con sentenza dell'11/2/09, resa a seguito di rito abbreviato, dic…

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