Il giudice di legittimità, nell'accogliere la richiesta di applicazione della pena concordata tra le parti ai sensi dell'art. 599-bis c.p.p., non è tenuto a motivare in ordine all'insussistenza di cause di non punibilità previste dall'art. 129 c.p.p. o di nullità assolute o inutilizzabilità delle prove, in quanto la cognizione del giudice è limitata ai soli motivi non oggetto di rinuncia da parte dell'imputato. La rinuncia ai motivi di appello che attengono all'affermazione di responsabilità determina una preclusione processuale che impedisce al giudice di prendere cognizione di quanto non gli è stato devoluto. Inoltre, il ricorso per cassazione avverso la sentenza di appello che ha recepito il concordato sulla pena è inammissibile qualora sia stato depositato oltre il termine previsto dall'art. 585 c.p.p., comma 4, anche se qualificato come motivi nuovi ai sensi dell'art. 611 c.p.p., in quanto deve essere depositato presso la cancelleria della Corte di cassazione e non presso quella del giudice a quo.