Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9092 del 8 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:9092PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso si configura quando vi sia la prova dell'esistenza di un sodalizio criminale dotato di una struttura organizzativa stabile e adeguata al perseguimento dello scopo, caratterizzato dall'utilizzo della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne consegue. La partecipazione del singolo all'associazione può essere desunta da elementi indiziari, quali la sua costante presenza nelle manifestazioni criminose del gruppo, il suo ruolo attivo nel mantenimento dei collegamenti tra gli associati liberi e quelli detenuti, nonché i suoi contributi al perseguimento degli scopi associativi, come il traffico di sostanze stupefacenti e la commissione di reati-fine quali le estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Tali elementi, unitamente alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e alle conversazioni intercettate, possono costituire prova sufficiente della partecipazione dell'imputato all'associazione mafiosa, anche in assenza di una struttura organizzativa formalmente definita, purché emerga l'esistenza di un gruppo criminale dotato di autonomia e capacità operativa, inserito nel contesto delle cosche locali e caratterizzato dall'utilizzo della forza di intimidazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristi - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di GU. Fr. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza pronunciata in data 4 maggio 2009 dalla Corte di appello di Catanzaro;

- udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. Renato BRICCHETTI;

- sentite le conclusioni del pubblico ministero, in persona del S. Procuratore Generale Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha chiesto rigettarsi il ricorso;

- udito il difensore di fiducia dell'imputato, avv. C…

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