Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12743 del 29 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:12743PEN

Massima

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Il concorso in truffa si configura quando l'artificio o il raggiro posto in essere da uno dei concorrenti, anche se non direttamente rivolto alla persona offesa, sia idoneo a determinarne l'induzione in errore e l'atto di disposizione patrimoniale, a prescindere dalla diligenza o dalla mancata verifica da parte della persona offesa, la quale è spesso indotta in errore dalla fiducia suscitata dal truffatore. Il contributo causale del concorrente, anche se non determinante, è sufficiente a integrare il concorso nel reato, salvo che la sua condotta risulti del tutto marginale e priva di apprezzabili conseguenze pratiche. La quantificazione della pena, nel rispetto del minimo edittale, e il diniego delle attenuanti generiche sono rimessi alla valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è adeguata ove faccia riferimento anche a una sola delle circostanze rilevanti ai sensi dell'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - rel. Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 14784/2006 CORTE APPELLO di TORINO, del 26/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIBERTO PAGANO;

udito il P.G. in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. ((omissis)) che ha c…

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