Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24574 del 23 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:24574PEN

Massima

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Il dolo generico del reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato dalla volontà di porre in essere condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, senza che sia necessario che l'agente si rappresenti e voglia fin dal principio la realizzazione della serie degli episodi, potendo il dolo formarsi in modo graduale. La credibilità soggettiva e l'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni della persona offesa, costituita parte civile, possono essere sufficienti a fondare l'affermazione di responsabilità penale, senza necessità di ulteriori riscontri estrinseci, salvo che il giudice non ritenga necessario procedere a un più penetrante e rigoroso vaglio delle stesse. Il dolo specifico del reato di furto (art. 624 c.p.) non ha necessario riferimento alla volontà di trarre un'utilità patrimoniale dal bene sottratto, ma può anche consistere nel soddisfacimento di un bisogno rispondente ad una diversa finalità. Il giudizio sulla concessione delle circostanze attenuanti generiche e sulla determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di vizi logici di ragionamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/05/2020 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CALASELICE BARBARA;
Il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI LEO GIOVANNI l'inammissibilita' (Ndr: testo originale non comprensibile).
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Bologna ha confermato la condanna, emessa da…

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