Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5313 del 5 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:5313PEN

Massima

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Il procedimento disciplinare a carico del detenuto deve svolgersi nel rispetto dei principi del contraddittorio e del diritto di difesa, garantendo la contestazione formale dell'addebito, la possibilità per l'incolpato di conoscere i fatti contestati e di essere sentito, nonché l'osservanza dei termini e delle modalità previsti dalla legge e dal regolamento penitenziario. Tuttavia, l'esercizio di tali diritti non è illimitato, essendo necessario contemperarlo con l'esigenza di mantenere l'ordine e la disciplina all'interno dell'istituto, nell'ambito di un trattamento rieducativo orientato al reinserimento sociale del condannato. Pertanto, il giudice di sorveglianza, nel valutare la legittimità della sanzione disciplinare irrogata, deve verificare la correttezza formale del procedimento, senza poter riesaminare nel merito la ricostruzione dei fatti e la congruità della sanzione, salvo che la motivazione non sia del tutto mancante o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1996/2015 TRIB. SORVEGLIANZA di SALERNO, del 23/03/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis))A SARACENO;
Lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe il Tribunale di sorveglianza di Salerno confermava l'ordinanza in data 29 sette…

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