Il certificato di morte contraffatto, presentato al fine di giustificare indebitamente il percepimento di rate di pensione, integra il reato di falso previsto dall'art. 483 c.p., il quale tuttavia si estingue per morte del reo ai sensi degli artt. 150 c.p. e 129 c.p.p. In tali casi, il giudice è tenuto a dichiarare non doversi procedere nei confronti dell'imputato deceduto, in quanto il reato si estingue per morte del reo, senza necessità di accertare ulteriormente la falsità del certificato di morte presentato. Il principio di diritto affermato mira a garantire l'economia processuale e l'efficienza del sistema giudiziario, evitando inutili dispendi di attività e risorse laddove il decesso dell'imputato renda ormai priva di scopo la prosecuzione del procedimento penale. Tale soluzione, fondata sulla prevalenza del principio di effettività della giustizia penale, consente di concentrare l'attività giurisdizionale sui casi concreti ancora suscettibili di definizione, senza incorrere in formalismi procedurali che comprometterebbero la ragionevole durata del processo.