Il Consiglio di Stato, in materia di responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione nell'ambito di una procedura di project financing, afferma i seguenti principi: 1. Sussiste la responsabilità precontrattuale dell'amministrazione che, pur non adottando provvedimenti illegittimi, tenga un comportamento non ispirato al canone di correttezza e buona fede, lesivo delle legittime aspettative ingenerate nel contraente privato o della ragionevole convinzione del danneggiato circa il buon esito delle trattative. Ciò può verificarsi quando l'amministrazione, dopo aver dichiarato il pubblico interesse del progetto presentato dal promotore e avviato la procedura di gara, ne disponga l'annullamento in autotutela per ragioni ostative che avrebbero potuto essere immediatamente rilevate. 2. L'aggiudicazione della concessione trasforma l'aspettativa di mero fatto del promotore in una aspettativa giuridicamente tutelata alla conclusione del contratto, il cui rifiuto, quand'anche giustificato da sopravvenuti elementi ostativi, concreta una violazione del canone di correttezza e lealtà. 3. Il concorso di colpa del privato, derivante dalla sua negligenza professionale nell'aver formulato una proposta progettuale che ometteva di rilevare l'esistenza di vincoli ostativi, incide sulla quantificazione del danno risarcibile, che deve essere ridotto in proporzione al grado di colpa attribuito al danneggiato. 4. In caso di responsabilità precontrattuale, il danno risarcibile è limitato all'interesse negativo, comprensivo delle spese inutilmente sostenute per la partecipazione alla procedura e della perdita di occasioni di guadagno alternative, con esclusione delle spese successive all'aggiudicazione, sostenute a mero rischio e pericolo del privato, e del lucro cessante non adeguatamente provato.