Cassazione penale Sez. III sentenza n. 32146 del 26 settembre 2002

ECLI:IT:CASS:2002:32146PEN

Massima

Massima ufficiale
Il reato di cui all'art. 163 del decreto legislativo 29 ottobre 1999 n. 490, in tema di esecuzione di lavori di qualsiasi genere su beni ambientali in assenza di autorizzazione, non si estingue in conseguenza del rilascio della concessione in sanatoria di cui all'art. 13 delle legge 28 febbraio 1985 n. 47, come avviene ex art. 22 della stessa legge per il reato urbanistico, atteso che il rilascio della concessione in sanatoria estingue soltanto i reati previsti dalle norme urbanistiche e non anche quelli previsti da altre disposizioni di legge. (Nell'occasione la Corte ha ulteriormente affermato la non rilevanza, quale autorizzazione ambientale in sanatoria, del certificato di assenza di danno ambientale rilasciato dall'autorità preposta alla tutela del vincolo, stante la natura di reato di pericolo e non di danno dell'ipotesi in questione).

Sentenza completa

FATTO E DIRITTO
I coniugi G. A. e A. E., nella rispettiva qualità la prima di rappresentante legale delle società in nome collettivo "Albergo T. B." e "A.G." (proprietarie del terreno) ed il secondo di esecutore di lavori, sono stati condannati dalla Corte di Appello di Milano in data 11.5.2001 alla pena di giorni 10 di arresto e 20 milioni di ammenda (con i benefici di legge per la G.), in relazione al reato di cui allo art. 1 sexies l. 431/85, come accertato in località ((omissis)) in Valfurba, fino al 15.7.1998.
Per il reato urbanistico ex art. 20 lett. C l. 41/85 (stante la intervenuta concessione in sanatoria) è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere nei confronti degli stessi imputati.
Gli interessati hanno ora proposto ricorso per Cassazione, con due motivi: nel primo si deduce la estraneità della G. alla esecuzione dei lavori; nel secondo l'assenza di antigiuridicità del fatto o, almeno, dell'elemento soggettivo della colp…

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