Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20336 del 28 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:20336PEN

Massima

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La persona offesa dal reato non ha il diritto di proporre personalmente ricorso per cassazione, in quanto per la valida instaurazione del giudizio di legittimità si applica la regola dettata dall'articolo 613 comma 1 c.p.p., secondo cui l'atto di ricorso deve essere sottoscritto a pena di inammissibilità da difensori iscritti nell'apposito albo. Infatti, le Sezioni Unite hanno chiarito che la disposizione che consente alla parte di sottoscrivere personalmente il ricorso per cassazione è applicabile esclusivamente nei confronti dell'imputato, in quanto alla persona offesa non compete tale qualificazione soggettiva e le altre parti private diverse dall'imputato non possono stare in giudizio ai sensi dell'articolo 100 c.p.p. comma 1, se non col ministero di un difensore munito di procura speciale. Pertanto, il ricorso proposto personalmente dalla persona offesa deve essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. (OMISSIS) persona offesa;

nel proc. a carico di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso l'ordinanza n. 21054/2010 GIP TRIBUNALE di ROMA, del 10/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

lette le conclusioni del PG Dott. De Santis F., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ricorre per Cassazione personalmente…

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