Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14959 del 7 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:14959PEN

Massima

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Il concorso esterno in associazione mafiosa può essere integrato dalla partecipazione di un soggetto estraneo all'organizzazione criminale, il quale, pur non facendone parte, contribuisce consapevolmente e volontariamente al rafforzamento e al perseguimento degli scopi del sodalizio mafioso, attraverso condotte di agevolazione e di mediazione che, pur non essendo di diretta esecuzione dei reati-fine, risultano funzionali al conseguimento degli obiettivi illeciti dell'associazione. Tali condotte, per integrare la fattispecie del concorso esterno, devono essere caratterizzate da un apporto causale significativo e da un elevato grado di pericolosità sociale, desumibile dalla gravità degli indizi di colpevolezza, dalla concretezza del pericolo di commissione di ulteriori delitti della stessa specie e dalla perdurante attualità del contributo fornito all'associazione mafiosa. Pertanto, il giudice può ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa quando, sulla base di elementi indiziari quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le risultanze di intercettazioni ambientali e telefoniche, il rinvenimento di documenti riconducibili all'attività del sodalizio mafioso, emerga che il soggetto estraneo abbia consapevolmente e volontariamente agevolato il perseguimento degli scopi del gruppo criminale, attraverso condotte di mediazione e di facilitazione degli interessi illeciti della consorteria, anche in assenza di una diretta partecipazione ai reati-fine. Tali condotte, per integrare la fattispecie del concorso esterno, devono essere caratterizzate da un apporto causale significativo e da un elevato grado di pericolosità sociale, desumibile dalla gravità degli indizi di colpevolezza, dalla concretezza del pericolo di commissione di ulteriori delitti della stessa specie e dalla perdurante attualità del contributo fornito all'associazione mafiosa, giustificando pertanto l'applicazione di una misura cautelare detentiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 13/10/2008 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO MARIA CRISTINA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. GALATI Giovanni, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito il difensore Avv. ARICO' Giovanni, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RILEVA IN FATTO

Con ordinanza del 13/10/2008 depositata il 30/…

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