Il diritto di proprietà su un bene immobile deve essere provato in modo chiaro e inequivocabile dalla parte che lo invoca, anche in presenza di una pregressa procedura espropriativa, non essendo sufficiente il mero riferimento catastale o a titoli di provenienza non adeguatamente dimostrati. Ove la titolarità del diritto di proprietà sia contestata dalla controparte, l'onere della prova grava integralmente sulla parte ricorrente, senza che il giudice possa supplire con propria attività istruttoria alla mancata dimostrazione da parte dell'istante. Il giudicato formatosi in sede giurisdizionale ordinaria, che abbia escluso la sussistenza del diritto di proprietà in capo al ricorrente, è idoneo a precludere l'accertamento di tale diritto anche in sede di giudizio amministrativo, in assenza di nuovi e diversi elementi probatori. Pertanto, in mancanza di una chiara e inequivocabile dimostrazione del diritto di proprietà, il ricorso volto alla restituzione del bene o al risarcimento del danno per la sua occupazione deve essere dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione attiva.