Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35518 del 2 agosto 2019

ECLI:IT:CASS:2019:35518PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che, pur essendo autorizzato all'accesso, utilizza abusivamente le credenziali informatiche di un collega per compiere operazioni illecite nel sistema informatico protetto dell'amministrazione di appartenenza, integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico o telematico di cui all'art. 615-ter c.p., a prescindere dalla sussistenza di un vantaggio o tornaconto personale. Infatti, il reato si perfeziona con la mera violazione delle condizioni e dei limiti di accesso al sistema, risultanti dalle prescrizioni impartite dal titolare, essendo irrilevanti i motivi soggettivi che hanno determinato l'ingresso abusivo. Pertanto, la responsabilità penale dell'agente può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi probatori, quali la durata e la complessità dell'operazione illecita, l'assenza di giustificazioni plausibili per l'utilizzo delle credenziali altrui, nonché la presenza dell'imputato sul luogo e nel momento dell'accesso abusivo, anche in assenza di una prova diretta della sua condotta. In tali casi, l'accertamento della responsabilità penale non richiede la dimostrazione di un concreto vantaggio o tornaconto personale dell'agente, essendo sufficiente la prova della volontà cosciente di violare le prescrizioni sull'accesso al sistema informatico protetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/09/2018 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere TERESA LIUNI;
udito il Procuratore generale, ANTONIETTA PICARDI, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avvocato (OMISSIS), del foro di ROMA, quale sostituto processuale dell'avvocato (OMISSIS) del foro di COMO in difesa di (OMISSIS), come da delega depositata in udienza, che dep…

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