La concessione dell'uso e della gestione di un impianto sportivo comunale, comprendente campi da tennis, calcetto e annessi servizi, costituisce una concessione di pubblico servizio, in quanto il bene affidato in uso rientra nella previsione dell'art. 826 c.c. relativa ai beni di proprietà dei comuni destinati ad un pubblico servizio e assoggettati al regime dei beni patrimoniali indisponibili. Pertanto, tale concessione è soggetta ai principi del codice dei contratti pubblici, ivi compreso l'istituto dell'avvalimento, in quanto l'attività di conduzione di impianti sportivi è volta a soddisfare interessi di carattere generale della collettività, essendo l'ordinamento sportivo connotato da un'organizzazione di stampo pubblicistico, con al vertice il CONI, ente pubblico, e le federazioni sportive, qualificate dalla legge come organi dello stesso, soggetti incaricati di funzioni di interesse generale. Ciò indipendentemente dall'autonomia riconosciuta al concessionario nella fissazione delle tariffe di accesso agli impianti, in quanto tale autonomia attiene allo sfruttamento economico-imprenditoriale del bene, coesistente con gli obblighi di servizio pubblico imposti al concessionario. Pertanto, il requisito di esperienza nella conduzione di impianti sportivi e similari, richiesto dal bando di gara come requisito di partecipazione, è suscettibile di avvalimento, in quanto attiene alla capacità tecnica e professionale del concorrente, e non può essere escluso in ragione della sua natura strettamente soggettiva, in quanto l'avvalimento consente di estendere in favore dell'amministrazione concedente la garanzia di esatto adempimento del contratto.