Il falso materiale in certificazioni amministrative, anche se commesso da un soggetto privato legittimato al rilascio di tali certificazioni, integra il reato di cui all'art. 482 c.p. qualora la condotta sia idonea a trarre in inganno la pubblica amministrazione, indipendentemente dalla sussistenza di un effettivo danno patrimoniale. Ciò in quanto l'elemento essenziale per la configurazione del reato è il possesso della legittimazione al rilascio della certificazione, a prescindere dalla natura pubblica o privata dell'ente certificatore. Inoltre, il falso non può essere considerato "innocuo" o "inutile" quando, pur non alterando la realtà sostanziale, sia comunque idoneo a indurre in errore la pubblica amministrazione, come nel caso in cui la certificazione attesti falsamente il completamento di un procedimento di verifica ancora in corso. In tali ipotesi, la condotta fraudolenta è punibile ai sensi dell'art. 482 c.p. a prescindere dalla effettiva realizzazione di un danno patrimoniale, essendo sufficiente l'idoneità della stessa a trarre in inganno la pubblica amministrazione.