Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22155 del 23 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:22155PEN

Massima

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La presunzione di pericolosità sociale dell'indagato per il delitto di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa. Pertanto, in assenza di tale prova contraria, la presunzione di pericolosità sociale permane, e il giudice di merito ha l'onere di accertare l'inesistenza di elementi idonei a vincere tale presunzione. Ciò implica che, ove non sia dimostrato il venir meno dei fattori che rendono oggettivamente impossibile il contributo dell'indagato all'organizzazione criminale, la misura cautelare della custodia in carcere resta giustificata dalla persistente pericolosità sociale dell'indagato, a prescindere da eventuali comportamenti positivi tenuti durante la custodia cautelare o da attività lavorative svolte sotto controllo. Analogamente, il pericolo di fuga può essere desunto dall'entità della pena edittale e dalla possibilità per l'indagato di avvalersi della rete di fiancheggiatori e delle capacità economiche della consorteria mafiosa di appartenenza, idonee a consentire una latitanza anche prolungata nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 652/2012 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 02/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' dei ricorsi;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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