Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42719 del 25 novembre 2005

ECLI:IT:CASS:2005:42719PEN

Massima

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Il delitto di calunnia si configura quando l'imputato, oltre a negare la veridicità dei fatti a lui sfavorevoli, assume iniziative dirette a riversare sull'accusatore, pur sapendolo innocente, specifiche accuse di falsa testimonianza o di calunnia, determinando così la possibilità dell'inizio di un procedimento penale a carico di quest'ultimo. In tali casi, si è al di fuori del mero esercizio del diritto di difesa e ricorrono tutti gli elementi costitutivi del delitto di calunnia, in quanto la condotta dell'imputato non si limita a ribadire l'insussistenza delle accuse a suo carico, ma rivolge all'accusatore, di cui conosce l'innocenza, accuse specifiche e idonee a determinare l'inizio di un'indagine penale nei suoi confronti. L'accertamento dell'elemento soggettivo del dolo generico nel delitto di calunnia si basa sulla valutazione delle circostanze e delle modalità della condotta, che evidenziano la cosciente volontà dell'agente e sono indicative dell'esistenza di una rappresentazione del fatto. Inoltre, il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo, essendo sufficiente una falsa accusa astrattamente configurabile come notizia criminis, a prescindere dal fatto che le indagini si siano successivamente concluse con un decreto di archiviazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE VI PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.:
((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Fa. No., nato in Be., nato il (...), contro la sentenza 15 aprile 2004 della Corte d'appello di Brescia.
Sentita la relazione svolta dal ((omissis)). Udito il pubblico ministero, in persona del Dr. ((omissis)), sostituto Procuratore generale, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Fa. No. propone ricorso contro la sentenza 15 aprile 2004 della Corte d'appello di Brescia con la quale è stata confermata la pronuncia del primo giudice che lo aveva dichiarato responsabile del delitto di cui agli artt. 56 e 611 c.p. e di quello di calunnia per avere accusato del delitto, pur sapendolo innocente, En. Ga. dei reati di calunnia e diffamazione.
L'a…

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