Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26590 del 19 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26590PEN

Massima

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L'imputato ha interesse ad impugnare una sentenza di proscioglimento per il fatto che non costituisce reato, al fine di ottenere una pronuncia assolutoria per insussistenza del fatto, in considerazione della diversità degli effetti derivanti dalle due formule in altri giudizi in sede civile, amministrativa o disciplinare. La Corte di merito non può limitarsi ad una generica e meramente assertiva affermazione sull'assenza di possibili effetti giuridici negativi per l'imputato in conseguenza dell'adozione della formula assolutoria del non costituire il fatto reato, per insussistenza dell'elemento psicologico dello stesso, piuttosto che di quella dell'insussistenza del fatto, a fronte di un fatto contestato che, nei termini di cui all'imputazione, evidenzia di per sé quanto meno i profili di incidenza disciplinare e contabile. Tali carenze motivazionali impongono l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato, con trasmissione degli atti alla Corte d'Appello per nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. BRUNO Paolo A - Consigliere

Dott. ZAZA C. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 17/05/2013 della Corte d'Appello di Venezia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato, il ricorso e la memoria depositata nell'interesse del ricorrente;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;

lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato…

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