Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25428 del 8 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:25428PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, avendo la disponibilità di denaro pubblico riscosso per conto dell'amministrazione, omette di versarlo alla tesoreria e ne dispone per fini personali, commette il reato di peculato continuato, anche qualora non sia rinvenuta la materiale disponibilità del profitto del reato, purché risultino gravi indizi della sua condotta appropriativa desumibili da elementi quali: il mancato versamento delle somme incassate entro i termini previsti, nonostante i solleciti ricevuti; la mancata segnalazione di ammanchi nonostante il controllo periodico del denaro; la presentazione di una denuncia di sottrazione del denaro che non contenga riferimenti alle sollecitazioni ricevute; la circostanza che il denaro fosse custodito in un luogo sotto la sua vigilanza, anche se altri dipendenti avessero accesso alle chiavi; la mancata attivazione di verifiche e controlli nonostante i solleciti ricevuti. In tali ipotesi, la responsabilità dell'agente non può essere esclusa sulla base della mera violazione di un obbligo di vigilanza, atteso che la condotta appropriativa è desumibile dal complesso degli elementi indiziari, anche in assenza della materiale disponibilità del profitto del reato. Inoltre, la qualifica formale di agente contabile non è determinante, essendo sufficiente che l'indagato abbia di fatto svolto le relative funzioni e avuto la disponibilità del denaro pubblico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Piero - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale della liberta' di Roma il 23/12/2019;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avv. (OMISSIS), difensore dell'indagato, che ha concluso chiedendo l'accoglimento dei motivi di ricorso.

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