Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12879 del 26 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12879PEN

Massima

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Il danneggiamento di beni altrui, ai sensi dell'art. 635 c.p., richiede la sussistenza di un elemento oggettivo, consistente nella modificazione dello stato dei luoghi o della cosa, e di un elemento soggettivo, rappresentato dal dolo o dalla colpa dell'agente. Tuttavia, il danno deve essere di entità tale da integrare una effettiva modificazione strutturale o funzionale della cosa, non potendosi configurare il reato in presenza di un danno meramente esiguo. Inoltre, l'agente può andare esente da responsabilità qualora abbia agito in stato di necessità, come nel caso in cui si sia visto costretto ad attraversare un fondo altrui per raggiungere il proprio, a causa dell'indisponibilità di una strada pubblica, previa richiesta di intervento all'amministrazione competente rimasta inevasa. In tali ipotesi, il giudice è tenuto a valutare attentamente le circostanze del caso concreto, al fine di accertare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato e l'eventuale configurabilità di una causa di giustificazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza 22/5/2013 del Giudice di Pace di Locri;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, VIOLA ((omissis)), che ha concluso chiedendo riqualificarsi il ricorso come appello con la conseguente trasmissione degli atti al Tribunale di Locri.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza …

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