L'autorizzazione paesaggistica è necessaria per gli interventi di nuova costruzione, anche se interrati, che determinano un nuovo e diverso assetto dei luoghi, in quanto idonei a compromettere i valori ambientali, a prescindere dalla loro immediata percepibilità dall'esterno. L'art. 152 del d.lgs. n. 490/1999, applicabile ratione temporis, esclude dall'autorizzazione solo gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo non alteranti lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici. Il D.P.R. n. 31/2017, che prevede alcune ipotesi di esclusione dall'obbligo di autorizzazione paesaggistica, non ha efficacia retroattiva e non può sanare interventi realizzati in precedenza in assenza della necessaria autorizzazione. La Soprintendenza, nel valutare la necessità dell'autorizzazione paesaggistica, deve tenere conto della situazione di fatto esistente al momento dell'esame dell'istanza, anche in caso di difformità rispetto a precedenti titoli abilitativi, senza essere vincolata dalla pregressa valutazione positiva. Il diniego dell'autorizzazione paesaggistica, adeguatamente motivato sulla base di tali principi, è legittimo.