Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25103 del 22 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25103PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la congruità della motivazione del provvedimento impugnato, deve fare riferimento alle sentenze di primo e secondo grado, le quali si integrano a vicenda confluendo in un risultato organico ed inscindibile. Pertanto, la responsabilità penale può essere accertata sulla base di una valutazione complessiva delle prove, che tenga conto sia delle dichiarazioni della persona offesa sia delle deposizioni dei testimoni, purché adeguatamente motivata in relazione alla attendibilità e credibilità delle fonti di prova. Tuttavia, qualora il giudice di appello ometta di esaminare una specifica deduzione difensiva, relativa all'individuazione della persona offesa dal reato di minaccia, tale omissione determina l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame della questione, in quanto la corretta identificazione della persona offesa è rilevante ai fini della procedibilità del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Pao - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 20/2010 TRIBUNALE di LUCCA, del 18/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. A. Mura, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

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