Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12 del 3 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12PEN

Massima

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Il diritto di critica, anche se esercitato con linguaggio aspro e moraleggiante, è legittimo quando si riferisce a condotte contrarie ai valori sociali condivisi, purché le espressioni utilizzate risultino pertinenti all'oggetto della critica e non si traducano in un'ultronea denigrazione della persona. Il giudice, nel valutare la continenza della critica, deve considerare il contesto in cui essa si inserisce e bilanciare l'interesse individuale alla reputazione con quello generale alla libera espressione delle opinioni, secondo i principi costituzionali. La critica, anche se vivace, non costituisce un attacco alla persona quando si riferisce a comportamenti ritenuti dalla legge contrari al sentimento di rispetto verso i defunti, in quanto espressione di un "sentire collettivo ed universale, radicato nell'umanità in ogni epoca storica e in ogni cultura".

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. MA. N. IL (OMESSO);

2) MA. EZ. N. IL (OMESSO);

Avverso SENTENZA del 04/10/2005 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO ALFONSO;

Udito il Procuratore Generale il persona del Dott. A. Mura, che ha concluso per l'ann.to cr;

Udito il difensore Avv. GROSSO E., in sost.ne dell'Avv. C.F. Grosso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Co…

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