Il reato di esercizio abusivo di attività finanziaria di cui all'art. 132 del D.Lgs. n. 385 del 1993 si configura quando il soggetto agente, inserendosi nel libero mercato e sottraendosi ai controlli di legge, pone in essere condotte previste dall'art. 106 del medesimo decreto, anche se dirette ad una cerchia ristretta di persone, purché l'attività sia rivolta ad un numero potenzialmente illimitato di soggetti. La condotta concorsuale del partecipe si colloca nella fase costitutiva del reato, non configurando un mero post factum, potendo il reato realizzarsi anche attraverso la reiterazione di più condotte omogenee. Tuttavia, per l'applicazione della circostanza aggravante della finalità di agevolare un'associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis.1 c.p., è necessario che emerga con certezza la consapevolezza del concorrente circa tale finalità, non essendo sufficiente il mero versamento di parte degli introiti nell'interesse del sodalizio criminale.