L`interpretazione coordinata e congiunta degli artt. 22, 69, quarto comma, 70, secondo comma, 71, quinto comma, della legge 10 ottobre 1986, n. 663, e l`art.  647 cod. proc. pen., consente di affermare che la nuova normativa non soltanto ha trasferito al tribunale di sorveglianza la competenza prima attribuita alla corte d`appello in materia di riesame della pericolosita` sociale, ma in coerenza con i precetti costituzionali (artt. 3 e 24 cost), ha modificato, trattandosi di provvedimenti incidenti sulla liberta` personale, anche il sistema delle impugnazioni; sotto il duplice profilo dei mezzi di gravame consentiti e del diritto di impugnazione.  Ed invero, poiche` l`art. 69, comma quarto, della legge citata, stabilisce che il giudice di sorveglianza provvede al riesame della pericolosita` sociale a sensi del primo e secondo comma dell`art. 208 cod. pen., nonche` all`applicazione, modificazione e revoca anticipata delle misure di sicurezza e alle modalita` di esecuzione e l`art. 71 prevede l`impugnabilita` di detti provvedimenti, con ricorso in appello al tribunale di sorveglianza, ne deriva che il diritto di impugnazione compete, secondo il principio generale enunciato dall`art. 194 cod. proc. pen., sia al P.M. che all`imputato.